La vetreria da laboratorio chimico consiste in una varietà di attrezzature, che si utilizzano in laboratori chimici. Essa viene utilizzata generalmente per attività quali gli esperimenti scientifici.
Nella chimica moderna, alcune attrezzature in vetro sono state sostituite con la plastica, che può essere maneggiata più facilmente, data la minore fragilità. Tuttavia, la qualità e le proprietà del vetro ne richiedono ancora l’utilizzo in svariate applicazioni. Una di queste è, per esempio, la sua elevata resistenza al calore.
Ancora oggi, la vetreria per laboratorio chimico rappresenta la principale categoria di apparecchiature utilizziate in laboratorio.
Tipologie di vetro utilizzate per la vetreria chimica da laboratorio
Il vetro utilizzato per la vetreria chimica da laboratorio si suddivide a sua volta in diverse categorie, a seconda delle proprie qualità e caratteristiche:
- Vetro al piombo. Ottenuto con la aggiunta di ossido di piombo, il vetro al piombo si caratterizza dalle altre tipologie di vetro per il suo elevato indice di rifrazione. Di conseguenza, esso appare più brillante ed è per questo motivo molto utilizzato nelle soffierie, particolarmente in quelle artistiche.
- Vetro borosilicato. Questa tipologia di vetro è quella che maggiormente si presta alla vetreria chimica da laboratorio, grazie alla sua capacità di resistenza allo stress termico e al suo basso coefficiente di dilatazione. Il vetro borosilicato, trova un’ulteriore applicazione nello smaltimento di rifiuti radioattivi. Ciò è dovuto alla sua elevata resistenza alla corrosione.
- Vetro di quarzo. Una delle caratteristiche principali del vetro al quarzo è la sua capacità di resistere a temperature elevate. Essa è dovuta alla sua composizione, formata quasi esclusivamente di silice, che ne conferisce un basso indice di dilatazione. Inoltre, questa tipologia di vetro presenta una trasparenza elevata ed è permeabile alle radiazioni ultraviolette.
- Vetri silicei. Queste tipologie di vetro sono adatte alla produzione dei bulbi delle lampadine UV grazie alla loro elevata resistenza termica e resistività elettrica e chimica. Essi sono derivati del vetro borosilicato, e presentano una quantità minore di silice rispetto al vetro di quarzo.
- Vetri non silicei. Sono composti da miscele di diverse tipologie di ossidi, e sono utilizzati maggiormente per la trasmissione di raggi infrarossi. Un campo di utilizzo dei vetri non silicei è, per esempio, quello ottico.
- Vetro sodico calcico. Una delle tipologie di vetro più comuni, essendo il materiale che compone oggetti di utilizzo quotidiano, quali le finestre e le bottiglie di vetro. SI caratterizza per la sua persistenza nel tempo, grazie alla presenza di ossido di calcio nella sua composizione.