Autoclave come funziona
Un autoclave è un particolare dispositivo in grado di sterilizzare efficacemente sia gli alimenti che le attrezzature in uso ai professionisti di qualsiasi settore, che abbiano la necessità di utilizzare degli strumenti sempre igienizzati. La sua invenzione risale al 1879 e si costituisce di una macchina in grado di sottoporre alla pressione di un vapore saturo a 121 gradi centigradi qualsiasi strumento contenuto al suo interno - il ciclo dura all’incirca 15 o 20 minuti a seconda del contenuto dell’autoclave.
Qui è possibile vedere un esempio delle migliori autoclavi a vapore vendute da Colaver.
Autoclave applicazioni
Le macchine autoclavi sono diffusamente utilizzate in diverse branche della medicina e della chirurgia, ma gli utilizzi non si limitano unicamente al campo medico. Le applicazioni possono essere efficacemente utilizzate in ambito vetraio per la produzione di vetri da laboratorio, e nella sterilizzazione dei rifiuti ospedalieri e di laboratorio, specialmente quelli a rischio patogeneticitià.
Autoclave per la sterilizzazione degli alimenti
Le macchine autoclavi non si prestano unicamente ad essere utilizzate nell’industria medica ma, grazie alla loro capacità di igienizzare e sterilizzare praticamente qualsiasi cosa, si adattano perfettamente ad altri utilizzi industriali, come ad esempio quello conserviero o, più in generale dell’industria alimentare. Chi produce conserve e tratta prodotti facilmente deperibili come le marmellate di frutta o i pomodori, deve necessariamente ricorrere ad attrezzature che garantiscano la perfetta sterilizzazione dei contenitori nei quali andranno conservati i cibi. Gli alimenti confezionati in generale, per poter essere considerati idonei alla vendita devono essere necessariamente sottoposti al processo di sterilizzazione e la macchina autoclave, opportunamente installata nel ciclo produttivo dell’industria, rende più agevole il compito e più sicuro il prodotto per il consumatore finale.
Autoclave per la sterilizzazione ospedaliera
Per garantire il corretto presidio contro le infezioni e le problematiche connesse all’utilizzo di strumenti ospedalieri non correttamente sterilizzati, il processo mediante macchina autoclave è ampiamente utilizzato in tutti gli ospedali all’avanguardia. Per garantire agli strumenti ed alle attrezzature in uso ai medici ed al personale ausiliario, una corretta sterilizzazione, viene utilizzato il vapore saturo, oppure soluzioni a base di ossido di etilene e perossido di idrogeno, dall’alto potere battericida.
Sterilizzare con radiazioni UV: come è possibile?
La radiazione ultravioletta, se utilizzata alla lunghezza d’onda giusta, garantisce un elevato potere germicida, andando a modificare il dna o l’rna dei microrganismi presenti sulla superficie trattata, impedendogli di sopravvivere e di riprodursi. L’utilizzo della luce ultravioletta come mutagene impiegato nella sterilizzazione dei più svariati strumenti è attestato e documentato da oltre un secolo.
Lampada germicida a raggi uv
Esistono in commercio diverse tipologie di lampade in grado di erogare luce ultravioletta germicida e vengono spesso impiegate per la sterilizzazione degli attrezzi e della strumentazione in uso ai centri per l’estetica, nei quali un’adeguata pulizia e la corretta igiene degli strumenti fanno la differenza e prevengono il sopraggiungere di infezioni e fastidiosi funghi.
Sterilizzazione a secco
La sterilizzazione a secco è una procedura che si perfeziona attraverso il contatto dell’oggetto da trattare con una sorgente d’aria calda che effettua una vera e propria ossidazione delle componenti batteriche presenti sulla superficie trattata. Per effettuare questa procedura esistono specifiche stufe o il classico forno Pasteur. La sterilizzazione a secco si perfeziona al raggiungimento di una temperatura che va dai 160 ai 180 gradi Centigradi, mantenuta costante fino a 240 minuti, a seconda dell’oggetto da trattare. Questa tecnica è quasi totalmente stata soppiantata dall’utilizzo delle più moderne tecniche a vapore saturo.
Sterilizzazione ferri chirurgici
La sterilizzazione dei ferri chirurgici in uso al personale attivo in sala operatoria è normata da uno specifico regolamento, che ne disciplina il processo e le varie modalità ammesse. Trattandosi di un tema particolarmente delicato, i presidi ospedalieri tendono a mettere in pratica tutte le prescrizioni presenti all’interno del regolamento, al fine di adottare le giuste misure di prevenzione alla diffusione di patogenesi connesse ad un non corretto processo di sterilizzazione dei ferri.
Contenitori per sterilizzazione ferri chirurgici
La sterilizzazione dei ferri chirurgici può avvenire in diversi modi, i cui processi sono tutti compiutamente normati. I ferri, a seconda del trattamento di sterilizzazione che dovranno seguire, vengono inseriti nei contenitori adeguati ed estratti solo una volta completato il processo.
Procedura di sterilizzazione ferri chirurgici
Tra le modalità più praticate di sterilizzazione, è prevista quella per mezzo di vapore saturo immesso con macchina autoclave ed una soluzione di ossido di etilene oppure di acido peracetico. Alle procedure di sterilizzazione seguono poi tutta una serie di controlli fisici e chimici atti a verificare la bontà del processo.