Le cappe biologiche a flusso laminare
Le cappe a flusso laminare sono quelle più utilizzate nei laboratori biologici; la caratteristica di queste cappe risiede nel controllo forzato del flusso di aria che tramite delle specifiche griglie forate posizionate sul piano di lavoro o nella parte superiore del vano, viene separato in fili differenti e separati tra di loro.
In questo modo la pulizia delle vene fluide risulta essere davvero notevole, permettendo la quasi totale assenza di turbolenze interne; tutto ciò riduce i rischi di dispersione degli agenti infettanti.
Le cappe biologiche differentemente da quelle chimiche hanno maggiori funzioni:
- proteggono dei campioni da contaminazione reciproca o esterna;
- protezione dell'operatore;
- protezione del luogo dove si trova il laboratorio.
Per tutte queste caratteristiche appena citate della cappa biologica, la manutenzione regolare ed il controllo del suo perfetto funzionamento assicurano sia il suo regolare funzionamento come dispositivo di protezione collettivo (DPC) per la sicurezza del personale che ci lavora, sia il suo prolungato funzionamento al fine di proteggere culture di microorganismi da possibili fonti di contaminazione.
Le cappe di Classe I
Queste cappe sono provviste di apertura frontale, l'operatore viene protetto tramite il flusso di aria che viene diretto dall'esterno all'interno della cappa tramite l'apertura frontale; l'ambiente viene protetto grazie alla presenza di un filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air) nel sistema di scarico, gli agenti biologici che possono essere utilizzati sono quelli a basso.medio rischio.
Le cappe di Classe II
Questo tipo di cappe sono quelle più utilizzate in assoluto. La loro funzione è rivolta a garantire la protezione e l'icolumità dell'operatore che ci lavora, dell'ambiente circostante ed infine, del materiale che viene manipolato.
Sono dotate di apertura frontale, ed hanno un flusso laminare verticale posizionato sul piano di lavoro che le caratterizza; anche in questa versione di cappa, l'aria che entra ed esce viene filtrata tramite il filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air). LA protezione dell'operatore è piuttosto buona, mentre quella del campione e quella dell'ambiente sono ottime. I microorganismi che possono essere utilizzati sono di gruppo 2-3.
Le cappe biologiche di CLASSE II vengono definite BIOHAZARD, tale denominazione è data dalla normativa del National Federal Standard 49 (USA).
Questa tipologia di cappa biologia ha differenti sottoclassi, questa suddivisione viene determinata dal grado di ricircolo dell'aria nel vano interno.
- Le cappe di CLASSE II tipo A permettono un ricircolo interno pari al 70% del volume aspirato, con un 30% di questa espulsa nel locale;
- le cappe di CLASSE II tipo B1 permettono un ricircolo interno pari al 30% del volume aspirato, con un 70% di questa espulsa nel locale;
- le cappe di CLASSE II tipo B2 c'è un 100% di aria espulsa nel locale;
- le cappe di CLASSE II tipo B3 c'è un 100% di aria espulsa nel locale.
Grazie all'aspirazione dell'aria ambiente tramite la griglia frontale si ottiene la compensazione, in questo modo si crea una barriera d'aria che blocca l'uscita di gas contaminati.
Tutte le cappe fin qui descritte garantiscono il massimo controllo e protezione sui campioni manipolati.
Le cappe biologiche Classe III
Questo tipo di cappe sono dotate di una chiusura totalmente ermetica, il funzionamento è fatto a pressione negativa; per poter manipolare i prodotti biologici all'interno della cappa è possibile utilizzare da due a più guanti di gonna interamente incorporati all'interno della struttura. Questo tipo di cappe hanno un filtro HEPA sull'aria di ingresso e un altro filtro HEPS sull'aria in uscita. Questo tipo di cappe biologiche permettono la protezione totale sia dei campioni biologici, sia dell'ambiente ed infine dell'addetto ai lavori. I microorganismi che possono essere utilizzati sono di gruppo 4.
Riferimenti Normativi
Negli anni i vari paesi hanno sviluppato differenti norme tecniche per regolamentare gli standard di sicurezza per la progettazione dei laboratori scientifici. La varietà di normative a livello europeo ha fatto nascere l'esigenza di crearne una valida per tutti, così è stata emanata una prima normativa comunitaria UNI EN 14175 che stabilisce per tutti paesi europei i requisiti di sicurezza e prestazione per tutte le cappe dissipazione per laboratori messe in commercio nella Comunità Europea.
In Italia, oltre alla normativa europea, è stato emanato il D.Lgs. 81 per regolamentare gli obblighi che debbono essere a carico dei datori di lavoro.
DA queste normative si deduce che il datore del lavoro o il dirigente preposto hanno l'obblugo di pianificare dei controlli sistematici, ma questi hanno anche la responsabilità di supervisionare che i vari controlli che vengono seguiti siano fatti secondo i criteri riconosciuti da tutte le normative.
Ad oggi le procedure di verifica della funzionalità delle cappe Biohazard sono regolamentate dalla UNI EN 12469, questa definisce i requisiti prestazionali che debbono avere le cappe biohazard, oltre alle procedure strumentali.
Link utili:
Cappe biologiche